
MICHELA PRIULI
ARTISTA ASSOCIATA

Michela Priuli è danzatrice, coreografa e Trainer Certificata di Gyrokinesis. Nel 2016 si diploma presso la Dancehaus Accademia Susanna Beltrami. Successivamente approfondisce gli studi con artisti internazionali quali Johannes Wieland, Jos Baker, Ohad Naharin, Hofesh Schecther, Michaelis Teophanous, Marina Mascarell e molti altri. Nel 2023 frequenta Bo.A.T. percorso di perfezionamento professionale multidisciplinare e "I corpi e le voci della danza" percorso di alta formazione per giovani coreografə. Lavora nella Compagnia Susanna Beltrami dal 2016 al 2020 e danza per celebri coreografi quali Sita Ostheimer, Kristina Alleyne, Marigia Maggipinto, Paola Lattanzi, Annalí Rainoldi e Kinkaleri. Dal 2021 é artista associata del Centro Nazionale di Produzione della Danza Dancehauspiù. Dal 2021 é docente presso la DanceHaus Hip Hop Dipartement e Accademia Kataklò.

PACHAKUTI
COREOGRAFIA | Michela Priuli
DANZA | Jesus Andres Rea Lopez - EurAsia Dancer
COMMISSIONATO DA EurAsia Dance Project International Network e Pitti Immagine
IN COLLABORAZIONE CON DANCEHAUSpiù
SOSTENUTO DA UniCredit
COSTUMI | Marco Hernandez - EurAsia Dancer
durata 31'
Pachakuti etimologicamente proviene dal Quechua, dove "pacha" significa tempo o spazio, e "kuti" significa ritorno o cambiamento. Questo concetto, appartenente alla cultura Boliviana del danzatore, racchiude in sé un'idea di ciclicità, implica un equilibrio tra forze opposte, e suggerisce un movimento tra due estremi. La performance si propone di esplorare le dinamiche insite in questo termine, funzionando come un movimento periodico irregolare che collega queste polarità.
Pachakuti è un’opera pensata per un corpo e un bastone. Quest'ultimo si trasforma in un'estensione del corpo, in un compagno instabile che guida e resiste, in un confine e paesaggio che sfida le leggi della gravità e della logica. Il corpo si muove tra equilibrio e disequilibrio, creando spazi e geometrie, stabilendo sincronie o sfasamenti. Questo movimento oscillatorio transita dal particolare all’universale, espandendosi dal corporeo allo spaziale. Ogni gesto diventa un atto di creazione e distruzione, mentre il corpo, sospeso tra azione e inattività, entra in uno stato di trance, incarnando sia un campo di battaglia che un tempio sacro. In questo contesto, il confine tra il controllato e l’imprevedibile diventa sempre più sottile, lo spazio si contorce e il tempo sembra disinteressarsi della sua sequenza naturale e del suo ritmo.

COREOGRAFIA E REGIA | MICHELA PRIULI
con | BARBARA ALLEGREZZA E NICOLÓ CASTAGNI
PRODUZIONE DANCEHAUSpiù / 2022
durata 16'
“Se ci si fermasse ad ascoltare il lavoro delle radici, chi riuscirebbe a dormire?”
In tutte le declinazioni possibili della parola Roots, radici, si evoca un’azione che connette intimamente due o più elementi e si richiamano molteplici significati: dal radicamento in un luogo, al rapporto tra il dentro e il fuori, dalla conoscenza delle proprie origini o di quelle di una parola, al nutrimento e la connessione con la Madre Terra.
La performance indaga proprio la dinamica insita in questa parola e trova origine dall’esigenza di andare a fondo in alcune leggi che governano il corpo per conoscerne le fonti, dal desiderio di interrogarsi sui concetti di intimità e relazione, e dalla decisione di smettere di fuggire dalle proprie radici. Attraverso il rapporto tra i due protagonisti ed archetipi della vicenda, i due corpi si fondono quasi fino a crearne uno solo e attraverso un ascolto sottile e profondo si sorreggono a vicenda per crescere. Si affideranno l'uno nelle braccia dell'altro, ricercheranno un radicamento fermo ma flessibile ed eseguiranno la "danza" più spaventosa al mondo: l'atto di amare.



ROOTS

1° MOVIMENTO
COREOGRAFIA E REGIA | MICHELA PRIULI
con | BARBARA ALLEGREZZA, NICOLÓ CASTAGNI E ANDREA PIRAS
PRODUZIONE DANCEHAUSpiù
durata 26'
“C’è una maschera per la famiglia, una per la società, una per il lavoro. E quando stai solo, resti nessuno” [Luigi Pirandello]
Questo progetto è una riflessione sull’uomo e sulla famiglia nata durante il periodo di isolamento dovuto all'emergenza COVID-19. Gli anni di pandemia hanno messo in discussione la figura stessa dell’uomo che si è trovato da solo nella sua vera casa, il corpo: luogo perfetto in cui accogliere e somatizzare le diverse sfaccettature della nostra psiche, sede del nostro patrimonio culturale, gabbia sociale e dimora dell’ambivalenza dei suoi possibili significati.
“1° movimento” è la personale ricerca di rappresentazione di alcune di queste ambivalenze, una lente sulle relazioni che possono esplodere se inserite in una dimensione di cattività, un percorso interiore divenuto fisico, in cui tre personaggi, si fanno portatori e diventano archetipi di un’umanità, e nello specifico di una famiglia, dalla molteplice natura ricca di sfumature, dettagli, luci ed ombre. Insieme ripercorreranno vecchie memorie di un impolverato album fotografico, riportando alla luce fatti ormai passati di cui indossano solamente inutili rancori, rimorsi giovanili e consolidati pregiudizi fino a quando…


FOTO | M. BITTANTE