
La terapia del ricordo
#recensione Sulle note di una canzone di Vasco Rossi che copre il vociare ancora fragoroso del pubblico fa capolino un uomo che, straccio alla mano, pulisce minuziosamente il linoleum nero della scena in ogni suo angolo. Poi si ferma, accende un video-proiettore, si siede in proscenio a una scrivania e dà segno di spegnere le luci. Ci troviamo a Zona K a Milano, quartiere Isola, di fronte alla grande proiezione di un desktop, in attesa dell’inizio di Between Me and P. L’auto
Otto stanze e un testamento
#focus Uno spettacolo in assenza, senza attori. Nachlass dei Rimini Protokoll offre un’esperienza diversa per ogni spettatore, che sceglie il percorso da seguire. Otto stanze, otto storie, otto personaggi raccontano se stessi e affrontano il tema della morte, accogliendoci nei loro spazi e lasciandoci ognuno un’eredità. 1. ANTICIPARE. Giocare di anticipo sulle degenerazioni celebrali per non vivere senza più ricordi, senza più sensazioni e senza più emozioni. Il professor

Il teatro dell'assenza
#recensione Entrando nella sala del Piccolo Teatro Studio Melato per assistere a Nachlass dei Rimini Protokoll ci si trova spaesati: lo spazio, svuotato, ha lasciato il posto a una struttura composta da una sala centrale ellittica e otto piccole stanze, tra le quali lo spettatore è libero di muoversi. La sala che conosciamo sembra scomparsa: niente platea, niente palcoscenico, niente attori, forse addirittura niente spettacolo. Eppure siamo in un teatro ed effettivamente, a
Dentro alla macchina
#fondo La presenza di dispositivi tecnologici a teatro, in un tempo in cui, nella vita di tutti i giorni, sono diventati la nostra principale forma di comunicazione, problematizza automaticamente la riflessione su qualsiasi spettacolo se ne serva: ci chiediamo se questi strumenti abbiano l’effetto di allontanarci o di coinvolgerci, di farci dubitare di quel che vediamo o di fornirci un documento a cui credere senza riserve. Le risposte che ci vengono date dalle rappresentazio

Già le 20. La notte si avvicina
#recensione Una finestra affaccia sulla platea. La chiave per accedere a un mondo, a un luogo, forse a una casa. Una copiosa collezione di ombrelli cela una performer dietro alla cornice di una porta, mentre del liquido verde gocciola in una bacinella scandendo il tempo e un’insolita sedia dallo schienale spigoloso disegna geometrie sul fondale, rigorosamente nero. E così il Teatro Fontana di Milano, in occasione del Festival Exister 2018, si trasforma in un misterioso appar

Come un viaggio in treno
#recensione Sarà un caso ma, quando a DanceHaus arriva Ilove di Fattoria Vittadini, è la vigilia di San Valentino. E in effetti proprio di una storia d’amore racconta la performance di Riccardo Olivier e Cesare Benedetti. E non si tratta di una storia qualunque, ma della loro. Lo spettacolo nasce infatti quando i due performer erano una coppia poi, dopo la separazione, hanno continuato a lavorare insieme per celebrare il loro rapporto. Al centro della scena, illuminato dall

Tra silenzio e rumore
#intervista Quattro domande a Erika Silgoner Da dove nasce l’idea di dare vita allo spettacolo 4 John?
Ho deciso di realizzare questo spettacolo a partire da un incontro ‘acustico’ avuto con John Cage qualche tempo fa, seguito poi da un’analisi dettagliata sulla sua vita. È il titolo stesso, 4 John, a rivelare come il mio spettacolo sia, in tutto e per tutto, un omaggio a lui, anche se nello spettacolo la musica di Cage è in qualche modo in secondo piano: ce n’è pochissim

Il silenzio è suono
#recensione L’undicesima edizione del Festival Exister si apre con un originale omaggio a John Cage, geniale compositore del novecento, il quale ha ispirato la coreografa pluripremiata Erika Silgoner attraverso il suo uso espressivo del silenzio e di quanto esso sia sempre impossessato da qualcos’altro: un colpo di tosse, uno scricchiolio o un evento casuale. Per John Cage il silenzio è in se suono e adoperarlo significa far ricorso al caso. La scena, spoglia di elementi sce

Is this life reality?
#recensione Si chiude in DanceHaus questa undicesima edizione del festival Exister. Ad animare la scena completamente spoglia del padiglione 1 sono i danzatori di Mauro Astolfi e Diego Tortelli, con tre performance che, già nei titoli (Man Made, Pasiphae, Mysterious Engine), lasciano intuire uno dei punti focali di tutti gli spettacoli: l’uomo pienamente immerso nella scoperta della vita, sballottato dalle sue passioni, dall’a- more, dalla gelosia e dalla violenza. Si srotol