DOC 1 / De Keersmaeker o della rivoluzione, per i trent’anni di MilanOltre

FASE / Rosas / © Herman Sorgeloos
Due donne vestite in modo essenziale, abiti bianchi e scarpe da ginnastica, scenografia vuota. In sala è palpabile un’attesa carica di aspettative. Il festival MilanOltre, che ha festeggiato a ottobre la trentesima edizione, non poteva scegliere inizio migliore. Ad aprire le danze al teatro Elfo Puccini, infatti, è Fase, four movements to the music of Steve Reich, della coreografa belga Anne Teresa De Keersmaeker (fondatrice della compagnia Rosas, da lei diretta): un lavoro del 1982, considerato tra i capolavori della danza contemporanea. Fase è un lavoro geniale e rivoluzionario in cui De Keersmaeker traduce la musica in danza, basandosi sulle ripetitività delle partiture del compositore Steve Reich. Frasi brevi, semplici, eseguite con la perfezione gelida delle macchine: le due donne disegnano nell’aria motivi geometrici, cerchi, linee, prima in sincronia, poi sfalsate, e poi di nuovo insieme, in analogia con la struttura musicale. I movimenti schematici si susseguono ininterrottamente, senza dare tregua al pubblico che assiste con il fiato sospeso. Sembrano sempre uguali, ma a ogni ripetizione c’è una sorpresa, una linea nuova, inattesa, che rende la performance un complesso, ordinato e affascinante meccanismo a orologeria.
La grandezza della coreografa, vincitrice del Leone d’oro alla Biennale di Venezia nel 2015, sta nella capacità di approcciarsi a lavori diametralmente opposti. All’interno dello stesso festival, infatti, presenta Verklärte Nacht, che, al contrario del geometrico e matematico Fase, è stato definito dalla stessa coreografa “spudoratamente romantico”. Questa volta è la narrazione a essere il centro della performance. La vicenda ispirata al poema omonimo di Richard Dehmel racconta un triangolo amoroso: un uomo e una donna passeggiano al chiaro di luna, la donna confessa di aspettare un figlio da un altro. Piuttosto che allontanarla, l’uomo accetta il bambino come fosse suo e i due amanti se ne vanno nella “notte trasfigurata”: la luce lunare e soffusa inquadra le figure dei due ballerini che si abbracciano, si respingono, si sollevano a vicenda, creando un’atmosfera di forte empatia con il pubblico, cullato dalla musica di Arnold Schönberg e travolto da un susseguirsi di emozioni contrastanti. Fase e Verklärte Nacht ben rappresentano i poli più lontani del lavoro di un’artista rivoluzionaria che, dal suo debutto con Asch nel 1980, non smette di ipnotizzare le platee di tutto il mondo.